Riflessioni sugli OGM

di Andrea Bennici
  • 21 November 2012
Oggi la Terra ha più di sette miliardi di abitanti. Nonostante ciò l’umanità è riuscita a risolvere i problemi alimentari (con le dovute eccezioni) grazie ai notevoli progressi dell’agricoltura, come ad esempio la cosiddetta “rivoluzione verde”. Tuttavia l’espansione demografica sta per raggiungere un nuovo picco, mentre la produzione alimentare sta cominciando a livellarsi nel suo complesso, per cui è previsto un drammatico calo di produzione entro il 2030 e negli anni successivi. In questo contesto, sempre tenendo presente l’importanza delle tecniche classiche del miglioramento genetico delle piante, diventa più che mai attuale l’uso degli OGM per risolvere le richieste alimentari.
Le biotecnologie possono rappresentare una delle possibili soluzioni alle suddette problematiche, nonostante le controversie esistenti sull’uso degli OGM, soprattutto in Europa, anche per alcune scelte non proprio azzeccate delle industrie biotecnologiche quali, ad esempio, l’uso eccessivo di diserbanti insieme alle specie vegetali geneticamente modificate per resistergli, causando la presenza di tali sostanze tossiche nel cibo. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare l’ingresso nel mercato di colture come quella del “super riso” o altre modificate per un maggiore contenuto di sostanze nutrizionali o per la resistenza in ambienti aridi, come il mais negli Stati Uniti.
Proprio quest’anno sono uscite le conclusioni di studi fatti in Svizzera nell’ambito di un programma integrato sui “Benefits and Risks  on the Deliberated Release of Genetically Modified Plants” (chiamato NRP59). Con tale programma è stato studiato l’impatto di colture GM dal punto di vista ambientale, economico e sociale. Questa ricerca, durata cinque anni, ha analizzato oltre un migliaio di pubblicazioni scientifiche  sull’impatto degli OGM sulla salute umana e sull’ambiente. Inoltre sono stati effettuati esperimenti sia in laboratorio che in campo con grano, mais e fragola. Il risultato finale di tutto questo ha portato all’affermazione che l’applicazione dell’ingegneria genetica alle colture non costituisce rischio per la salute e per l’ambiente. L’uso degli OGM, secondo tali conclusioni, si renderà sempre più necessario con l’aumento dei parassiti a causa dei cambiamenti climatici in atto. Inoltre, piante che avranno nel loro genoma sia caratteri per la resistenza alle malattie  sia per la tolleranza agli erbicidi, saranno più richieste dagli agricoltori. Senza considerare che in un prossimo futuro le colture transgeniche saranno anche più necessarie perché potranno avere più alti contenuti nutritivi, minori livelli di allergeni o contenere sostanze utili nel campo medico-farmaceutico. Il rapporto menzionato pone comunque in evidenza l’importanza di studi più approfonditi degli OGM in campo rispetto ad ambienti, quali i laboratori e le serre, nei quali il loro comportamento può essere diverso.

Foto: www.conipiediperterra.com