Monaci buddisti salvano l'ultimo esemplare di legume dello Sri Lanka

  • 24 February 2021

L'ultimo legume dello Sri Lanka è salvo. I monaci buddisti dell'isola ne hanno fermato l'estinzione, fermando - o quantomeno deviando il percorso dell'autostrada, la cui costruzione avrebbe comportato l'abbattimento dell'unico esemplare conosciuto di Crudia zeylanica, fabacea endemica dell'isola dell'Oceano Indiano.
La vicenda è singolare. Scoperta e registrata nel 1868, la leguminosa venne data per scomparsa già nel 1911. L'estinzione fu retificata poco più di un secolo dopo, nel 2012. Ma nel 2019, con grande sorpresa, venne scoperto un singolo esemplare nei pressi di Colombo. Il problema è che quell'albero di otto metri si trovava preciso sulla tratta della nascitura autostrada a 4 corsie, che dovrà collegare Kadawatha, estremo sobborgo nord-orientale della città più importante dello Sri Lanka, con Meerigama, una quarantina di chilometri a Nord-Est.
Il possibile abbattimento ha scatenato però le proteste di militanti ecologisti, di alcuni rappresentanti del mondo politico e dell'influente clero buddista. Oggi, il ministro della protezione dell'ambiente e delle foreste C. B. Rathnayake ha ufficialmente annunciato che il cantiere ha avuto l'ordine di risparmiare la leguminosa. "L'albero non sarà abbattuto e i lavori proseguiranno in modo che il tracciato della strada gli giri attorno - ha assicurato alla stampa locale il ministro. Il tutto è accaduto in extremis, grazie alla mobilitazione dei monaci, che la settimana scorsa si sono raggruppati sotto l'albero per una cerimonia di "ordinazione" della Crudia zeylanica, che è stata rivestita di un abito monacale color arancio: i religiosi hanno dichiarato che chi dovesse abbattere la leguminosa commetterebbe peccato.
Il buddismo è la religione maggioritaria, nell'isola, che ha 21 milioni di abitianti, e il clero è uno dei principali sostenitori del governo controverso del presidente Gotabaya Rajapaksa. La decisione del governo è stata accolta con favore da un esperto di botanica, che auspica da questa vicenda un insegnamento in prospettiva, sull'importanza - troppo spesso misconosciuta - delle valutazioni di impatto ambientale, a monte delle grandi opere. "Ora abbiamo la possibilità di studiare questo albero, di comprenderne l'habitat e di provare a salvarlo", ha spiegato Hiran Amarasekera, professore di scienze forestali e ambientali all'università di Sri Jayewardenepura

da Repubblica.it, 17/2/2021