L’UNESCO candida la transumanza a patrimonio culturale immateriale dell’umanità

  • 11 April 2018
La pratica tradizionale della Transumanza rappresenta la migrazione stagionale delle greggi, delle mandrie e dei pastori che, insieme ai loro cani e ai loro cavalli, si spostano in differenti zone climatiche, percorrendo le vie semi-naturali dei tratturi. Il viaggio dura giorni e si effettuano soste in luoghi prestabiliti, noti come “stazioni di posta".
Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha comunicato che a Parigi l’UNESCO ha formalmente presentata la candidatura transnazionale de “La Transumanza” come patrimonio culturale immateriale dell’umanità; l’iniziativa è stata avanzata dall’Italia come capofila insieme alla Grecia e all’Austria. Con la firma del dossier da parte del Rappresentante Permanente d’Italia presso l’UNESCO, Ambasciatrice Vincenza Lomonaco, e degli omologhi di Austria e Grecia, è stato avviato il processo di valutazione internazionale che coinvolgerà un organo di esperti tecnici e la successiva decisione da parte del Comitato di governo dell’UNESCO nel novembre 2019.
La transumanza è ancora oggi praticata sia nel Centro e Sud Italia, dove sono localizzati i Regi tratturi, partendo da Amatrice (nella cui piazza principale si svolgeva storicamente la grande festa dei pastori transumanti) e Ceccano nel Lazio ad Aversa degli Abruzzi e Pescocostanzo in Abruzzo, da Frosolone in Molise al Gargano in Puglia. Pastori transumanti sono ancora in attività anche nell’area alpina, in particolare in Lombardia e nel Val Senales in Alto Adige.
 
Fonte: Comunicato Stampa MiPAAF