L’acquacoltura in Sicilia

Sintesi del convegno organizzato dalla sezione di Sud-Ovest dei Georgofili con il supporto del Dipartimento della Pesca Mediterranea della Regione Siciliana, che si è svolto a Palermo il 9 novembre 2017 ed ha visto la partecipazione di relatori del mondo Istituzionale e Accademico. L’incontro ha affrontato in maniera integrata i temi della sostenibilità delle produzioni dal punto di vista gestionale, biologico, ecologico ed economico, della qualità della filiera e dell’innovazione tecnologica come strategia per lo sviluppo del settore.

di Concetta Messina e Andrea Santulli
  • 22 November 2017
A livello mondiale, l’acquacoltura fornisce quasi la metà dei pesci, dei crostacei e molluschi destinati al consumo umano (46%) e previsioni della FAO indicano che questa attività consentirà di colmare il crescente divario tra l’offerta del settore pesca e la domanda mondiale di pesce, assicurando più del 50% del fabbisogno mondiale.
L’Unione Europea, con il Fondo Europeo per la Pesca (FEP) e il Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP) in fase di avvio, ha individuato nell’acquacoltura uno dei suoi assi prioritari, contribuendo al suo supporto.
L’Italia è il quinto produttore europeo e partecipa per circa il 12,6% alla produzione dell’acquacoltura dei 27 Stati membri della U.E., ma la produzione nazionale ha subito negli ultimi anni una riduzione significativa.
La produzione dell’acquacoltura italiana è costituita essenzialmente da molluschi (mitili e vongole), che rappresentano il 65% della produzione nazionale, mentre i pesci allevati, che rappresentano solo il 35%, sono basati per il 39% dall’allevamento della trota, per il 20% dalla spigola e per il 18% dall’orata.
Fino al 2010 il settore dell’acquacoltura in Sicilia garantiva oltre il 15% della produzione nazionale; successivamente ha subito un repentino tracollo, che ha portato alla chiusura di più del 50% degli impianti di allevamento, passando da 18 aziende censite nel 2008, a 12 nel 2010, fino ad arrivare, nel 2013, a 5 aziende attive, che contribuiscono a poco meno del 10% della produzione nazionale. Tra gli impianti di allevamento di pesci marini siciliani vanno annoverati quelli in estensivo nelle “vasche fredde”, delle saline di Trapani e Marsala. Questa produzione, rappresentata da spigole, orate, mugilidi, anguille, è molto piccola ma di maggior valore rispetto a quelle tradizionali in intensivo e, complessivamente, si attesta intorno a valori di 0,8 – 1,2 t/anno.
La molluschicoltura siciliana è rappresentata da due impianti di stabulazione di mitili operanti nella Provincia di Siracusa e due nella Provincia di Messina, che rappresentano intorno allo 0,5% della produzione nazionale.
Le politiche di indirizzo e supporto della Regione Siciliana, rappresentate dal FEP 2007/2013, hanno anche consentito di gettare le basi per lo sviluppo dell’acquacoltura in acque interne, cofinanziando l’ammodernamento e la realizzazione di impianti di allevamento di specie ittiche di acqua dolce.
La politica europea nel campo dell'acquacoltura, e di conseguenza quella nazionale e quella regionale, ha come obiettivo una crescita di produzione annua del 3,4-4,0 %. In uno scenario più ottimistico l'acquacoltura europea crescerà ad un tasso necessario a soddisfare il disavanzo tra produzione e domanda di mercato.
Per raggiungere tali obiettivi l’acquacoltura europea dovrà essere supportata da un’intensa attività di ricerca al fine di individuare nuovi mercati di sbocco, per la diversificazione delle specie e l’utilizzazione di tecnologie di produzione innovative, efficienti e rispettose dell'ambiente.