Il peperoncino nella dieta delle bovine fa diminuire la concentrazione dei gas serra in atmosfera

di Mauro Antongiovanni
  • 02 May 2024

Recentemente sono comparsi diversi lavori su quotate riviste scientifiche riguardo agli effetti benefici del peperoncino sulla salute umana e animale in generale, e sulle bovine da latte, in particolare. Fra questi ultimi lavori possiamo citarne uno dei più recenti che ben li rappresenta tutti (Martins et al., Lactational performance, enteric methane emission and nutrient utilization of dairy cows supplemented with botanicals, J. Dairy Sci. 2024, 107: 242-247).
Nel caso delle bovine da latte l’effetto principale dell’inclusione nella loro dieta del derivato del peperoncino (Capsicum oleoresina), da solo o in combinazione con l’olio essenziale di chiodi di garofano, è stato quello di far utilizzare più efficacemente agli animali l’energia alimentare, con la conseguenza di limitare la produzione di metano enterico. Forse per questa ragione l’argomento ha risvegliato l’interesse scientifico in un momento di particolare sensibilità a tutto ciò che ha a che fare con il riscaldamento globale e le sue probabili cause. Ricordiamo, infatti, che l’utilizzazione dell’energia degli alimenti in presenza di ossigeno consiste essenzialmente nella eliminazione dell’idrogeno prodotto nel ciclo di Krebs, al termine della fosforilazione ossidativa, sotto forma di acqua metabolica. Ora, l’ambiente enterico è strettamente anaerobico e, di conseguenza, la popolazione microbica che vi vive in simbiosi non può sfruttare l’ossigeno per eliminare l’idrogeno sotto forma di acqua. Deve, per forza di cose, trovare un ricettore di idrogeno diverso dall’ossigeno e lo fa attraverso la metanogenesi a partire dall’acido piruvico (chiedo scusa per la succinta semplificazione):

CH3 – CO – COOH  +  3 H2   →   CH3 – COOH  + H2O  +  CH4

Purtroppo il metano così formato viene emesso all’esterno attraverso le flatulenze, perdendo così una importante quota di energia alimentare e andando ad incrementare la concentrazione del gas serra metano in atmosfera, con sommo sdegno dei detrattori delle attività zootecniche. Ben vengano, quindi, tutti gli additivi che favoriscono l’efficienza energetica alimentare, deprimendo la metanogenesi.
La prova sperimentale di Martins e colleghi dell’Università della Pennsylvania ha coinvolto 18 vacche Holstein primipare e 30 pluripare, assegnate random a tre trattamenti: la dieta di base; la dieta di base addizionata di 300 mg/capo/giorno di estratto di peperoncino Capsicum oleoresina e la dieta base addizionata di una miscela di Capsicum oleoresina e olio di chiodi di garofano.
I risultati hanno significativamente dimostrato che, senza che i consumi volontari e la resa del latte ne fossero influenzati, l’aggiunta dei due additivi in combinazione ha portato a migliorare l’efficienza energetica fino al 95%; ad un incremento medio di peso degli animali trattati di 85 g al giorno; ad abbassare la concentrazione di propionato e degli acidi trans totali nel latte e, soprattutto, a deprimere l’emissione di metano per kg di sostanza secca ingerita dell’11%.
Il lavoro è ricco di tante altre informazioni riguardanti l’equilibrio metabolico delle bovine trattate, tutte positivamente rassicuranti. In particolare il b-idrossi butirrato, gli acidi grassi totali e l’insulina ematici, che non sono risultati influenzati dai trattamenti. Mentre l’aptaglobina ematica è aumentata.
Possiamo quindi affermare che il settore degli allevamenti animali, troppo spesso ingiustamente indicato (vedi i dati forniti dalla FAO, Livestock’s Long Shadow, 2006) come il maggior responsabile del riscaldamento globale, sta lavorando per migliorare le cose e permetterci di continuare a consumare il latte naturale e i suoi latticini derivati. Purtroppo non è così in altri settori.