Il legno come fonte per l'industria

di Giuseppe Scarascia Mugnozza
  • 12 October 2011
L’anno 2011 è stato proclamato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite e dalla FAO, l’Anno Internazionale delle Foreste, per celebrare e rendere partecipe l’opinione pubblica mondiale dell’essenziale ruolo ambientale e produttivo che sempre più viene riconosciuto agli alberi e alle foreste, a livello internazionale. L’attualità registra, infatti, un interesse crescente per gli ecosistemi forestali come importanti sistemi di regolazione del clima e di assorbimento e mitigazione dei gas serra e di altri composti inquinanti, che stanno svolgendo un ruolo fondamentale anche nelle varie conferenze mondiali sull’ambiente e sul clima, come nella prossima Conferenza di Durban in Sud Africa, in programma quest’anno nel mese di dicembre, dove i governi di tutto il mondo saranno chiamati ad avviare il nuovo Protocollo di Kyoto, o Kyoto2, sui cambiamenti climatici. I drammatici eventi di inondazioni e frane che si ripetono negli anni, in tutte le regioni italiane, ci ricordano però che gli alberi, i rimboschimenti e le foreste svolgono soprattutto un ruolo insostituibile  per la conservazione del suolo, la difesa idrogeologica e la regolazione dei deflussi idrici che dai bacini montani scendono verso la pianura e il mare. Lo sfruttamento eccessivo dei boschi e la loro sistematica devastazione dovuta agli incendi ricorrenti, elimina il mantello verde che trattiene il terreno e lo protegge dall’erosione e dal trasporto a valle, dove può provocare danni incalcolabili alle popolazioni e alle infrastrutture.
Ma agli alberi e alle foreste viene anche chiesto di fornire, in misura sempre crescente, legname per l’industria dell’arredamento, del mobile e della carta, per le strutture edilizie, come le case costruite di recente in Abruzzo, e per le energie rinnovabili. L’industria di trasformazione del legno è una delle più importanti e fiorenti attività economiche del nostro Paese; comprende circa 2.300 aziende che occupano oltre 400.000 addetti, realizzando un fatturato annuo di circa 40 miliardi di euro ed esportando il 35% circa della produzione. Il sistema italiano del legno-arredamento detiene una leadership riconosciuta a livello internazionale, non solo grazie ai prodotti finali; “la questione ambientale” rappresenta quindi una grande opportunità per il settore, soprattutto in virtù delle proprietà uniche della materia prima legno. A sua volta, l’industria italiana della cellulosa e carta è una realtà composta da circa 200 imprese e 23.400 addetti diretti e altrettanti nell’indotto, e con un fatturato globale di oltre 7,6 miliardi di euro. La filiera foresta-legno-carta è quindi una delle principali realtà industriali del nostro Paese, con importantissime ricadute in termini di posti di lavoro, eccellenza tecnologica, potenzialità di ricerca e innovazione, e fonte di reddito dal momento che la bilancia valutaria del settore è decisamente in attivo, per oltre 7 miliardi di euro.
Tuttavia, il sistema forestale italiano è caratterizzato da molte contraddizioni; la più rilevante è la mancanza di integrazione tra attività forestali e industria del legno: infatti, l’Italia utilizza oltre 40 milioni di m3 di prodotti forestali e importa l’80% del proprio fabbisogno di materia prima legno e di cellulosa dall’estero; l’Italia, pertanto, copre con le importazioni gran parte del proprio fabbisogno di materia prima industriale ovvero di legname, legno per energia, prodotti semilavorati come i segati, la cellulosa e anche carta e cartone riciclati.  E’ significativo che uno squilibrio così evidente tra le esigenze dell’industria italiana di trasformazione e la capacità produttiva di materia prima nazionale non pesa soltanto sulla bilancia valutaria del Paese ma rende anche più fragile l’industria, troppo dipendente dai rifornimenti e dalle scelte di mercato di numerosi Paesi stranieri, che a volte sono anche nostri concorrenti industriali. Peraltro, i nuovi regolamenti europei sulle restrizioni al commercio di legname (FLEGT), proveniente da Paesi esterni all’Unione Europea dove la gestione forestale è poco sostenibile e i tagli sono spesso condotti illegalmente, determineranno ulteriori limitazioni alle importazioni in Italia dei prodotti forestali e difficoltà di approvvigionamento e di reddito alla nostra industria.

Per la sua posizione geografica e la ricchezza di montagne di elevata altitudine, l’Italia, ospita una enorme varietà di ecosistemi forestali. L’Inventario Forestale Nazionale ha rilevato che l’area ricoperta da foreste in Italia è di circa 10 milioni di ettari. questa forte dipendenza dalle importazioni dovrebbe spingere il nostro Paese ad aumentare i livelli produttivi nazionali, anche con un maggior impiego delle piantagioni forestali. Inoltre, la superficie forestale è per la maggior parte di proprietà privata (60%) mentre la quota rimanente (40%), di proprietà pubblica, per circa il 70% appartiene agli Enti locali. Tra i boschi di proprietà privata, una quota consistente è rappresentata da aziende agro-forestali con superficie tra 5 e 100 ha mentre la parte rimanente è caratterizzata da proprietà da ridottissime dimensioni.
Un’importante spinta al superamento della frammentazione delle proprietà e alla gestione sostenibile delle risorse forestali, al fine di ridurre l’incidenza dei costi e rendere i prodotti forestali più competitivi sui mercati, può essere fornita dalla gestione comunitaria o in consorzi pubblici e privati del patrimonio forestale italiano e da una maggiore attenzione a fornire servizi e capitali alle imprese di gestione e movimentazione delle risorse forestali e del legno, anche mediante la ricerca tecnologica e selvicolturale; lo sviluppo dell’innovazione collegata alle tecnologie informatiche e del telerilevamento; e la formazione del personale e il monitoraggio dell’impatto dei cambiamenti climatici sulla produzione forestale.
I ricercatori forestali italiani sono quindi pronti a dare il loro contributo di conoscenze, esperienze e progettualità per sostenere e espandere la produzione di beni e di servizi economico-produttivi, ambientali e sociali da parte degli ecosistemi forestali della nostra Italia.

(Foto di F. Ferrini)