Conferenza:“Designing a Resilient Future: Food, Technology, and Sustainable Development”

Ipack-Ima ed EXPO 2015 rappresentano una occasione più unica che rara per riflettere sul futuro della produzione alimentare e per proporre nuovi modelli di sviluppo delle filiere agro-alimentari. Veniamo dalla generazione che ha globalizzato i commerci, ma inquinato l'ambiente e accentuato le disuguaglianze, generando l'opulenza accanto alla miseria e le malattie dovute all'eccesso di cibo accanto a quelle della fame.
Però possiamo anche constatare negli stand di Ipack-Ima una straordinaria molteplicità di soluzioni tecnologiche innovative, sicure, rispettose dell'ambiente. E al contempo, nei padiglioni di EXPO cioè nel mondo, una straordinaria varietà di cibi e di tradizioni alimentari.  
Abbiamo dunque gli strumenti materiali e conoscitivi per vincere la fame, migliorare la salute e proteggere l'ambiente. Perché siamo così preoccupati dalla prospettiva che fra 20 anni la popolazione del globo avrà superato i 9 miliardi di persone? Perché accettiamo che centinaia di milioni di queste persone continuino a soffrire la fame e, per giunta, proprio nei Paesi che hanno la più favorevole disponibilità di suolo e di clima per produrre cibo? Perché nella situazione attuale di diseguale abbondanza, proprio i consumatori più privilegiati sono sempre più diffidenti nei confronti della tecnologia e della industrializzazione delle filiere agro-alimentari? 
La conferenza Ipack-Ima del 20 Maggio rappresenta il tentativo di prospettare nuovi modelli di sviluppo, in grado di promuovere  relazioni solidali e non solo competitive, trasparenti e non ambigue, differenziate secondo le opportunità e le tradizioni e non omologate dalla globalizzazione. 
Alla conferenza del 20 Maggio abbiamo dato un titolo accattivante e  complesso (“Designing a Resilient Future: Food, Technology, and Sustainable Development”), ma un simbolo molto semplice: un pezzo di pane.  Il pane è una metafora potente e universale per dire: torniamo all'essenziale, alla ricerca di un buon accordo fra intervento dell'uomo e rispetto della (sinergia con la) natura, allo spirito di comunità. 
Consideriamo questa conferenza come primo atto di una riflessione che sarà raccolta in un testo e divulgata come il nostro modesto contributo al dibattito sul futuro del cibo. Per condividerla il più ampiamente possibile, come un pezzo di pane …

(Claudio Peri, Chairman)  


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N.B.: traduzione simultanea italiano-inglese e viceversa