E-commerce a ritmi pazzeschi con il coronavirus

  • 25 March 2020

La crisi del coronavirus potrebbe avere conseguenze impreviste per il commercio alimentare. Attualmente sta agendo da volano per le offerte online. Molti  consumatori  vogliono  evitare  gli  assembramenti  e  preferiscono  non  andare  al supermercato  e  fare  la  fila  alle  casse.  Per  procurarsi  cibi  e  bevande  utilizzano piuttosto il portatile o lo smartphone.
Rewe,  il principale  operatore  tedesco  di  e-commerce  per  gli  alimenti  freschi, intravede   una   chiara   tendenza.   "Stiamo   rilevando   un   aumento   significativo dell'intensità  degli  ordini  nel  commercio  online",  ha  affermato,  a  Colonia,  un portavoce  del  gruppo.  In  alcuni  casi  i  tempi  di  attesa  sono  addirittura  molto  lunghi: "In  alcune  zone  di  fornitura,  come  ad  esempio  Berlino,  i  tempi  per  la  consegna successiva  sono  disponibili  solo  dopo  una  settimana,  in  altre  regioni  il  giorno successivo o dopo due giorni". Anche  i  fornitori  che  operano  esclusivamente  online  stanno  realizzando  enormi tassi di crescita. "Registriamo un aumento della domanda di quasi il 50 per cento", ha dichiarato  Frederic  Knaudt,  co-fondatore  e  direttore  per  la  Germania  del  servizio  di consegna  Picnic.  Al momento  la  giovane  azienda  opera  soprattutto  nella  regione occidentale  della  Renania  Settentrionale-Vestfalia.  Come  rivela  Knaudt,  la  crescita della domanda interessa tutte le categorie di prodotti nell'intera zona di fornitura.Nils Zuendorf, direttore dell'agenzia factor-a di Colonia –specializzata nel fornire consulenza  ai  venditori  di  Amazon –evidenzia  come  sia  già  stato  delineato  un ulteriore  rafforzamento  sulla  base  dell'esperienza  del  paese  europeo  più  colpito dall'epidemia: "L'Italia rappresenta un modello per quello che avverrà in altri paesi. In Italia, la richiesta di generi alimentari e beni di consumo online non è mai stata così elevata". Finora i tedeschi hanno acquistato prodotti alimentari freschi quasi esclusivamente dal  discount  o  dal  supermercato  dietro  casa.  Di  recente  si  era  registrata  una  crescita della quota di mercato degli operatori online, ma molto contenuta. Stando agli ultimi dati,  il  segno  del  2  per  cento  non  è  stato  superato.  Ora  il  comportamento  dei consumatori  potrebbe,  però,  cambiare  radicalmente;  probabilmente –secondo  le previsioni degli esperti di mercato –anche in modo permanente."L'incertezza legata al nuovo coronavirus sta stravolgendo le consuete abitudini di acquisto".  Così  la  ricercatrice  Eva  Stueber  sintetizza  i  risultati  di  uno  studio condotto dall'Istituto per le ricerche commerciali (Ifh) di Colonia."Le   persone   anziane,   in   particolare,   stanno   guardando   con   attenzione   al commercio  online,  anche  per  l'acquisto  di  prodotti  alimentari.  Questa  tendenza rimarrà,  perché  le  persone  si  abituano  e  si  rendono  conto  che  è  un  sistema  che funziona".
In Italia, secondo i dati Nielsen, rilevati nella prima fase dell’emergenza Covid-19, ossia tra lunedì 24 febbraio e domenica 1 marzo, le vendite della GDO hanno fatto registrare un picco di crescita del 12,2% rispetto alla stessa settimana del 2019 e il tasso delle vendite on-line è stato superiore del 15% nella media nazionale con un picco del +20% in Veneto.
Questo andamento eccezionale crea però qualche problema. Le piattaforme della GDO, abituate a gestire in questo periodo una mole relativamente limitata di ordini, si trovano in difficoltà davanti ad un’impennata fuori misura delle consegne a domicilio al punto che, soprattutto per alcuni big retailer e in determinate aree, si arriva anche a 20 giorni di ritardo.
Intanto FIPE e Assodelivery (quest’ultima è la prima e unica associazione dell’industria del food delivery italiana alla quale aderiscono Deliveroo, Glovo, Just Eat, SocialFood e  Uber Eats) hanno sviluppato delle linee guida per garantire che le consegne vengano effettuate nella totale sicurezza sanitaria di operatori e clienti.


da: Agrapress, Rassegna della Stampa estera n°1331, 19/3/2020  e Corriere Ortofrutticolo, 20/3/2020