Controllo del territorio rurale e forestale

di Alessandro Bozzini
  • 17 July 2013
Nel IV rapporto della CIA del 10 Luglio 2012 si afferma che oltre 350 mila  agricoltori sono stati vittima nell’anno precedente di ben 8 reati l’ora, pari ad un valore di 50 miliardi! 
Omicidi, rapine, furti di attrezzi agricoli, abigeato (con circa 150 mila capi rubati ogni anno), estorsioni e “pizzi”, discariche abusive, macellazioni clandestine, danneggiamenti ed incendi delle colture ecc., che fino a a qualche anno fa si verificavano prevalentemente nel sud, si stanno espandendo in tutta Italia, anche per l’attuale crisi economica galoppante. 
Soltanto i furti sono arrivati a valori di 4,5 miliardi di euro l’anno, seguiti dai danni del racket per 3,5 miliardi.  Oltre a ciò si sta sempre più espandendo il lavoro nero, con il caporalato ed un nuovo reato: l’assalto dei “predoni del rame”, riguardante furti di cavi elettrici, generatori, macchinari, grondaie ed attrezzature per stalle, serre nelle zone rurali ecc.
Di fatto, l’agricoltura mostra maggiori e più gravi elementi di vulnerabilità, legati all’isolamento geografico delle aree rurali ed all’elevato livello di insicurezza degli abitanti.
Ciò anche perché praticamente i territori rurali non sono oggi presidiati e/o controllati da corpi di polizia specializzati, come avviene invece per territori coperti da boschi e foreste, quasi sempre di proprietà demaniale e poco o per nulla abitati.
Per migliorare la situazione attuale, il corpo delle Guardie Forestali deve estendere le proprie funzioni anche alle aree rurali. 
Infatti i Carabinieri, le varie Polizie oggi esistenti, la Guardia di Finanza, il Corpo dei Vigili Urbani esistente nei Comuni, svolgono prevalentemente il loro controllo nelle aree urbane, mentre anche le aree rurali devono avere una protezione tecnica, ambientale e di controllo delle gestioni imprenditoriali e dei prodotti alimentari ed agro-industriali e deve essere garantito il funzionamento corretto delle attività agricole oltre che di quelle forestali.
Si dovrebbe quindi costituire una Polizia Rurale e Forestale  controllata dalle Regioni, con un Coordinamento nazionale presente nel Ministero, trasferendovi anche le attuali Polizie provinciali. 
Tale Polizia dovrebbe avere una preliminare e specifica preparazione tecnica e normativa idonea (come quella delle scuole forestali attuali), con aggiornamenti continui, dovendosi occupare della sicurezza fisica della popolazione agricola, dei grossi problemi del controllo dei furti, delle mafie, nonché della protezione ambientale (erosione del territorio, prevenzione degli incendi, delle discariche ecc.) e dell’osservanza delle normative sulla prestazione di manodopera (contro il caporalato e il lavoro in nero) e di sicurezza sull’uso di macchinari, di prodotti antiparassitari, della qualità dei prodotti ecc., con danni ingenti per l’economia delle aree che producono gli alimenti per la popolazione e per l’esportazione dei nostri pregiati prodotti alimentari.