Narrativa ambientale e realtà pratica: le sfide nella piantagione degli alberi

Francesco Ferrini 27 March 2024

Nel mondo moderno, dove l'attenzione verso l'ambiente e la sostenibilità è diventata una priorità, la narrativa ambientale ha spesso assunto il ruolo di un catalizzatore per la sensibilizzazione e l'azione. Tra le molte iniziative promosse, una delle più diffuse è la piantagione degli alberi. Tuttavia, mentre la narrativa attorno a questo tema è ricca di entusiasmo e speranza, la realtà pratica spesso svela una serie di sfide e ostacoli che possono rendere difficile tradurre gli ideali in azioni concrete.
In molti discorsi pubblici e campagne di sensibilizzazione, si parla con fervore della necessità di piantare alberi per contrastare il cambiamento climatico, proteggere la biodiversità e migliorare la qualità dell'aria. Eppure, quando si passa dalla teoria alla pratica, emergono molte questioni complesse che possono minare tutte queste promesse.
Uno dei principali ostacoli è rappresentato dalla disponibilità di terreni idonei per la piantagione. In molte aree urbane e rurali, il suolo è già impegnato per altri scopi o è degradato a causa dell'urbanizzazione, dell'agricoltura intensiva o dell'industria. Trovare spazi adeguati e adatti per piantare alberi diventa quindi una sfida logistica e politica che richiede tempo, risorse e coordinamento tra diverse parti interessate.
Inoltre, anche quando si identificano aree idonee per la piantagione, sorgono ulteriori ostacoli legati alla mancanza di risorse finanziarie e umane. Piantare e mantenere alberi richiede investimenti significativi, che possono non essere disponibili o prioritari rispetto ad altre esigenze urgenti. Infine, la manodopera qualificata per gestire e curare gli alberi può essere limitata, specialmente nelle comunità più svantaggiate.
Un altro aspetto spesso trascurato è la necessità di una pianificazione a lungo termine e di un impegno continuo. Piantare alberi è solo l'inizio di un processo che richiede cure costanti nel corso degli anni. Senza un adeguato follow-up e una altrettanto adeguata cura, gli alberi possono morire prematuramente o non raggiungere il loro pieno potenziale nel contribuire agli obiettivi ambientali.
In ultimo, ma forse primo per importanza, c'è l'assoluta necessità di acqua per la cura degli alberi nei primi anni dopo la loro piantagione. Abbracciare questa soluzione come se l'acqua fosse un bene infinitamente disponibile può portare a dei fallimenti perché la realtà è ben diversa. Viviamo in un mondo dove l'acqua, risorsa vitale per ogni forma di vita, è sempre più scarsa e contesa. La crisi idrica è una realtà che non possiamo più ignorare. Anni sempre più siccitosi ci mettono di fronte a una sfida senza precedenti.

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Meccanizzazione agricola: evoluzione e prospettive

Pietro Piccarolo 27 March 2024

L’evoluzione della meccanizzazione può essere significativamente espressa attraverso l’esame dell’evoluzione della macchina principe dell’agricoltura, cioè del trattore.
All’inizio degli anni ‘80 del secolo scorso il trattore, costruito con una tecnologia prettamente meccanica, da macchina per la trazione, grazie alla presa di potenza e all’attacco a tre punti, diventa centrale mobile di potenza nei lavori agricoli.
Nel 1980 l’immatricolazione dei trattori era pari a 66.000 unità per una potenza media di 45 kW, mentre gli occupati in agricoltura erano circa 3 mln. Quindi una forte presenza di manodopera e una meccanizzazione, in conformità col trattore, poco evoluta tecnologicamente, la cui gestione non richiedeva particolare competenza.
Alla fine degli anni ‘80 l’elettronica inizia ad interessare le macchine agricole. L’immatricolazione era intorno alle 40.000 unità, mentre la potenza media saliva a 50 kW e gli occupati in agricoltura scendevano a poco più di 2 mln. L’incidenza della manodopera è ancora elevata, si registra un incremento della potenza dei trattori immatricolati, senza che vi siano state innovazioni significative.
E’ negli anni ‘90 che avviene il passaggio dalla cosiddetta agricoltura 2.0 all’agricoltura 3.0. Questo grazie alla meccatronica applicata alle macchine agricole, cioè al connubio tra meccanica, informatica ed elettronica e alla digitalizzazione, che portano: allo sviluppo della sensoristica di prossimità e da remoto; all’introduzione dei dispositivi per la geolocalizzazione satellitare (GPS, RTK); a software sempre più evoluti grazie alla crescente disponibilità di dati e di informazioni acquisite. Si tratta di informazioni fornite, non solo dai sensori a terra o montati sulle macchine, ma anche da altre fonti, come, ad esempio, le immagini multispettrali di Sentinel-2 del programma Copernicus (disponibili ogni 4 giorni), o quelle ottenute dai droni, ecc. Dai dati acquisiti si ricavano informazioni che servono, ad esempio, per creare le mappe di prescrizione, ed anche per ottenere gli indici di vegetazione, quali l’indice di vigoria, l’indice di stress idrico, l’indice della clorofilla, ecc. Tutte informazioni di supporto alle decisioni che consentono di attuare una corretta smart farming.

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Viticoltura sostenibile nell’ottica dei cambiamenti climatici

Paolo Storchi 27 March 2024

L’accelerazione dei cambiamenti climatici registrata negli ultimi anni impone una decisa risposta da parte di tutte le attività produttive che direttamente o indirettamente contribuiscono alle modifiche in corso.
Anche l’agricoltura deve dare il suo contributo e diversi settori, tra cui la viticoltura, si stanno adeguando sulla scorta di una maggiore sensibilità e percezione del valore ambientale da parte dei consumatori.

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Il genepy e gli amari digestivi

Come da farmaco, l’amaro medicinale d’infuso d’erbe diviene un liquore di piacere del quale s’impadronisce l’industria.

Giovanni Ballarini 27 March 2024


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