Galline urbane da compagnia

di Giovanni Ballarini
  • 04 October 2017
In Francia e in altri paesi, ed ora anche in Italia, la gallina sta divenendo un nuovo animale da compagnia, inserendola tra gli altri NAC o Nuovi Animali da Compagnia. Si dimentica però che questo animale è tra i primi a essere stato addomesticato dall’uomo che ha intuito e approfittato delle sue attitudini sociali. Galline e polli sono stati allevati per la produzione delle uova e di carne, i galli sono divenuti i protagonisti di combattimenti e entrambi, galline e galli, sono divenuti animali da ornamento in base alle loro caratteristiche di taglia (razze nane) e di piumaggio delle diverse fogge e colori. Oggi conosciamo circa duecento razze diverse di galline, alcune per la produzione di uova o di carne e altre come animali sociali che si affezionano all’uomo e che possono vivere fino all’età di dieci anni.
Se l’uso di galline come animale da compagnia non era raro nelle campagne, dove ogni massaia “conosceva i suoi polli”, come dimostra il detto ora citato, diverso è il mantenimento di una o due galline in città, anche se si ha in piccolo giardino o un ampio terrazzo, per non parlare di un semplice balcone, non dimenticando che non si tratta di un animale che, come un cane o un gatto, non può essere facilmente portato con sé in vacanza o durante i viaggi. Le galline per il loro benessere hanno bisogno di una protezione contro le infezioni i loro parassiti e dei “bagni di sabbia” per i quali bisogna attrezzare una piccola sabbiera simile a quelle utilizzate per i giochi dei bambini e dove le galline puliscono le penne razzolando sulla sabbia e lanciandosela sul dorso con l’aiuto delle zampe e delle ali. Il fondo del pollaio deve avere un substrato assorbente ed asciutto come la segatura mista a sabbia o paglia triturata.
L’idea di usare una o due galline come un facile sistema per eliminare i residui organici della alimentazione familiare non è una pratica efficace e contrasta con il benessere degli animali che in buona parte sono granivori e tra l’altro hanno bisogno o di cibi preventivamente triturati (come negli allevamenti) o di sassolini, o grit, per la loro triturazione nello stomaco muscolare, essendo gli uccelli privi di denti. Se si scelgono galline di razze ornamentali, in genere piccole, ben scarso è il numero di uova che depongono. Inoltre non si può pensare che chi ha una gallina da compagnia poi, dopo molti anni, se la mangi!
Oltre le considerazioni sui Nuovi Animali da Compagnia (Georgofili INFO del 26 aprile 2017) e quanto molto chiaramente espresso dal Prof. Dario Casati (Romeo e i nuovi animali da compagnia - Georgofili INFO del 10 maggio 2017) non bisogna cadere in facili entusiasmi e prendere in seria considerazione il fatto che in Italia la gallina non è considerata un animale da compagnia o pet. Il possesso anche di un solo animale ricade del Decreto Legislativo n. 158 del 16 marzo 2006 nel quale è definita “azienda … qualsiasi luogo, anche all’aria aperta, in cui gli animali sono allevati, o detenuti, anche transitoriamente”, quindi anche il balcone di una casa di città. È inoltre necessario registrare l’azienda presso i Servizi Veterinari delle Aziende Sanitarie Locali che le attribuiscono un codice. Agli stessi Servizi bisogna segnalare anche le variazioni del numero di animali, ad esempio se nascono i pulcini e quanti sono, o se il numero degli animali cala quando uno muore o è ceduto ad altri, o viene consumato a tavola, ovviamente solo e esclusivamente per uso personale. Non dimenticando che al sorgere del sole un gallo canta e se reca disturbo ai vicini questi possono protestare, è da segnalare che se si vive in condominio vi sono dei regolamenti da rispettare e che alcuni comuni vietano di realizzare pollai domestici. A Milano, per esempio, è possibile detenere un animale di questo tipo su autorizzazione del Comune, mediante trasmissione di specifica domanda all’Ufficio Diritti Animali, previo parere favorevole della ASL che dovrà verificare se, nel luogo di potenziale ricovero delle galline, non sussista alcun pericolo per l’igiene o fastidio (rumori, odori) per gli abitanti delle case limitrofe. Bisogna aggiungere che un pollaio di legno posto in giardino non richiede autorizzazioni, ma se lo si pone su una piattaforma di cemento questa è considerata una variazione che richiede una specifica autorizzazione, altrimenti è un abuso edilizio per il quale sarà necessario richiedere una sanatoria pagando la relativa multa! Senza considerare che se nelle vicinanze compare qualche caso di influenza aviare e si ricade nella zona di controllo vi saranno restrizioni sanitarie che possono arrivare fino all’abbattimento dell’animale o degli animali!
Galline da compagnia in città fortemente urbanizzate e salvo qualche limitato caso particolare per chi ha uno spazioso giardino sono quindi una fantasia se non un’illusione!

(la foto è di Silvia Amodio)