Filiere alimentari e rivoluzione agroindustriale

A Bruxelles si parla di una nuova “rivoluzione agroindustriale”capace di far fronte alla straordinaria sfida globale che spinge a produrre di più, con meno terra arabile, risparmiando acqua, inquinando meno.

di Italo Frasca
  • 25 May 2011
Nonostante la progressiva diminuzione della nostra superficie agraria utilizzabile e  nonostante la tendenza mondiale ad un aumento della domanda rispetto all’offerta di prodotti alimentari, un numero crescente di nostri agricoltori sta rinunciando a seminare i propri terreni perché i loro costi di produzione non sono competitivi rispetto ai prezzi sul mercato globale.
Allo scopo di assicurare “entrate eque per gli agricoltori”,  il Parlamento Europeo ha già deciso di verificare gli attuali sistemi organizzativi delle filiere, nell’intento di correggerne i riconosciuti squilibri. A Bruxelles si parla di una nuova “rivoluzione agroindustriale”capace di far fronte alla straordinaria sfida globale che spinge a produrre di più, con meno terra arabile, risparmiando acqua, inquinando meno.
Il prossimo 8 giugno, l’Assemblea di Federalimentare (Confindustria) affronterà proprio il tema “ Verso nuovi equilibri della filiera alimentare”. La problematica è stata scelta proprio a causa dei mutati scenari del mercato alimentare. Giacché “cresce la domanda di materie prime nel mondo e la filiera italiana si trova a confrontarsi con scenari inediti: un mercato divenuto instabile, tensioni sulle quotazioni delle commodities, con inevitabile riflesso sulla disponibilità dei prodotti alimentari. Diventa un obbligo strategico per tutti trovare nuovi equilibri, per recuperare efficienza nella formazione del valore. Un aiuto potrà arrivare dai progressi tecnologici ed organizzativi”.
I Georgofili hanno già più volte evidenziato la opportunità di adeguare i rapporti organizzativi nell’ambito delle filiere alimentari per poter meglio affrontare un mercato globale instabile e rischioso, valorizzando l’autentico “Made in Italy” ed adottando con lungimiranza strategie condivise che assicurino maggiore stabilità, partendo da un opportuno equilibrio fra i redditi di tutti coloro che operano in una stessa filiera.