Convegno internazionale ai Georgofili: il modello cooperativo funziona bene sia in Italia che in Francia, la politica deve incentivarne lo sviluppo.

  • 29 March 2017
l convegno internazionale del 23-24 marzo, “Cresce la cooperazione agroalimentare, cresce l’agricoltura”, organizzato dall’ Accademia dei Georgofili e Agrinsieme in collaborazione con il CREA, è stato un successo per la partecipazione di relatori molto autorevoli e di un numeroso pubblico. Al termine dei due giorni di confronto accademico e imprenditoriale tra Italia e Francia, il modello cooperativo è risultato essere adatto ad affrontare le nuove sfide commerciali e produttive.
Dopo l’approfondimento teorico che si è svolto nella giornata del 23, con il contributo di studiosi di organizzazione economica e di cooperazione in agricoltura di levatura internazionale, l’evoluzione del modello cooperativo in Italia e Francia è stata affrontata nella seconda giornata di studio, il 24 marzo. 
Il Presidente dei Georgofili Giampiero Maracchi ha salutato i partecipanti e l’Accademica Daniela Toccaceli ha introdotto e coordinato i lavori della mattina. Ersilia di Tullio (Nomisma) ha presentato un’efficace fotografia della cooperazione agroalimentare italiana, con cenni alla sua evoluzione negli ultimi 10 anni e il suo posizionamento all’interno della filiera.  Secondo i dati Nomisma la cooperazione in Italia pesa il 23% sul fatturato alimentare e il 18% sul totale dell’export italiano. Il modello cooperativo sta evolvendosi e diventa sempre più protagonista sul mercato, portando attività innovative e caratterizzandosi positivamente per il legame con il territorio. Roberto D’Auria (ISMEA) ha focalizzato l’attenzione sull’attitudine all’export delle cooperative agricole di piccola e media dimensione, peraltro molto rilevanti in ogni settore merceologico. Serena Tarangioli (CREA) ha illustrato gli strumenti che la politica di sviluppo rurale 2014-2020 offre alla cooperazione e messo in luce come le cooperative siano sovente al centro delle progettazioni integrate previste dai PSR delle Regionie dunque capaci di superare gli svantaggi della frammentazione. La professoressa Maryline Filippi dell’Università di Bordeaux e membro del HCCA (Haute Conseil de la Coopération Agricole) ha tracciato un quadro dettagliato della cooperazione agricola francese. In entrambi i Pesi sono presenti tendenze alla concentrazione e all’aumento della capacità competitiva. Secondo il “Codice Rurale” (che in Italia non abbiamo) le cooperative sono un modello di impresa democratica fondata sui valori di responsabilità, solidarietà e trasparenza. Hanno come finalità principale quella di rendere dei servizi individuali e collettivi ai propri membri. Una specificità francese nella costituzione di cooperative è l’ancoraggio territoriale definito dallo stesso statuto, per creare e rafforzare i legami sociali. L’Accademico Prof. Alessandro Pacciani, ha collocato la cooperazione agricola nel più ampio e funzionale quadro dell’organizzazione economica che risulta regolata e supportata dalla PAC. È stata tracciata una dettagliata analisi del “dedalo” di soluzioni organizzative possibili per migliorare l’integrazione delle imprese di tipo orizzontale, verticale e territoriale.
La seconda parte della mattina è stata dedicata alla presentazione di testimonianze di cooperative di medie dimensioni (Massimo Carlotti, Presidente Coop. Terre dell’Etruria e Dominique Olivier, Direttore della Coop. Fermes di Figeac) e rivolte ad un mercato regionale, di grandi dimensioni e orientate all’export (Fabio Maccari, AD di Mezzacorona e Giampiero Calzolari, Presidente di Granlatte Granarolo). 
Un focus particolare è stato dedicato all’interprofessione, che in Francia ha ormai un’esperienza pluridecennale. Ne sono stati testimoni Alexandrine Legras-Popoulus Direttrice della Federazione delle Cooperative vinicole dello Champagne,  Olivier de Carné direttore dell’INTERFEL (organizzazione nazionale per l’ortofrutta francese) e Nazzario Battelli, Presidente dell’omologa organizzazione italiana, Ortofrutta Italia.
Nel pomeriggio si è svolta una tavola rotonda dall’eloquente titolo “Dalla politica della cooperazione alla politica per la cooperazione” alla quale hanno partecipato l’Assessore della Regione Toscana Marco Remaschi, in rappresentanza anche della Conferenza delle Regioni, Giovanni Luppi (Presidente Alleanza Cooperative Italiane agroalimentari), Cinzia Pagni (Vicepresidente CIA), Franco Verrascina (Presidente Copagri). Dopo l’intervento di Paolo De Castro che ha inviato un messaggio filmato, è intervenuto l’On. Luca Sani (Presidente Commissione Agricoltura della Camera) che ha accolto i numerosi stimoli emersi dalle due giornate di lavori e dato piena disponibilità ad approfondirle anche attraverso un’audizione parlamentare.
Le conclusioni sono state tratte da Giorgio Mercuri, Coordinatore di Agrinsieme, che ha ringraziato l’Accademia dei Georgofili per il suo contributo scientifico ed ha considerato che “Stante la validità del modello cooperativo, in Italia come in Francia e in tanti altri paesi europei, non abbiamo bisogno che vengano creati altri strumenti giuridici per rappresentare il produttore”. La revisione della PAC, dovrebbe essere orientata “in maniera da poter dare risposte concrete e opportunità di crescita alle aziende, anche a quelle grandi, perché se cresce la cooperazione agroalimentare, cresce l’agricoltura, come era ben sintetizzato nel titolo del convegno dell’Accademia dei Georgofili”.