Settanta anni di evoluzione organizzativa e operativa del contoterzismo agricolo

di Pietro Piccarolo
  • 06 July 2016
Anche se le prime forme di servizio agromeccanico possono essere fatte risalire alla seconda metà del 1800, è solo dopo la seconda guerra mondiale che nasce l’Associazione dei Contoterzisti. E’ infatti del 1947 la fondazione della “Unione nazionale trebbiatori e motoaratori”, divenuta poi Unima (Unione nazionale imprese di meccanizzazione agricola). Il passaggio dalla trebbiatura a punto fisso alla mietitrebbiatura in campo con mietitrebbie sempre più evolute ha consentito, insieme alla riduzione delle perdite di prodotto un forte risparmio di manodopera. La costruzione di trattori e di macchine operatrici con  sempre maggiore capacità di lavoro, ha ulteriormente contribuito al diffondersi del contoterzismo. E’ infatti indubbio il legame tra crescita del contoterzismo e sviluppo della meccanizzazione.
Nel 1983 nasce la Ceetar (Confederazione europea imprese agromeccaniche e forestali), che riunisce le principali associazioni agromeccaniche e forestali dei paesi dell’Unione Europea, allo scopo di dare voce alle stesse in merito alla politica agricola comunitaria. Questa struttura oggi investe 15 paesi dell’UE e riguarda 18 associazioni nazionali, per un totale di circa 15.000 imprese.
A livello nazionale, il rapporto tra Unima e Ministero dell’Agricoltura viene a rafforzarsi nel 1987 con la nascita, voluta soprattutto da Unima e Unacoma (Unione nazionale costruttori macchine agricole) del Conama, divenuto poi Enama (Ente nazionale meccanizzazione agricola).
Nel 2004 avviene la scissione dall’Unima di Confai (Confederazione agromeccanici e agricoltori italiani); separazione che dura poco più di un decennio. Infatti, già nel 2014 inizia un periodo di collaborazione attraverso la realizzazione di iniziative comuni sotto con la regia  del Cai (Coordinamento agromeccanici italiani), istituito nel 2013 di comune accordo tra le due associazioni. Nel giugno 2016, avviene l’auspicata riunificazione delle due più importanti associazioni agromeccaniche e forestali.
Nei 70 anni dalla fondazione dell’associazione, l’evoluzione del contoterzismo è stata continua, interessando lo svolgimento di sempre più operazioni agricole per arrivare al completo esercizio dell’intera attività di un numero crescente di imprese agricole. Leonardo Bolis, presidente di Confai, sostiene infatti che, rispetto a 15 anni fa, “il contoterzismo agricolo oggi gestisce poco meno di un milione di ettari al servizio delle imprese agricole italiane ed effettua oltre il 60% della generalità delle lavorazioni con punte che superano il 98% se ci riferiamo alla fase di raccolta del prodotto… registrando anche un incremento nella gestione integrale delle aziende”.
Del resto la necessità di praticare un’agricoltura con sistemi di coltivazione e di allevamento sostenibili, attraverso la pratica dell’agricoltura conservativa  e l’esercizio dell’agricoltura e della zootecnia di precisione, impone investimenti in macchine e tecnologie innovative fuori dalle possibilità economiche di molte delle nostre aziende. La dimensione aziendale è infatti un forte vincolo per attuare una moderna meccanizzazione e per essere competitivi sul mercato globale. L’Italia è purtroppo penalizzata dall’eccessiva polverizzazione aziendale in quanto poco meno del 60% delle aziende agricole ha una dimensione che non supera i 4 ettari. Questa è indubbiamente una delle ragioni dell’ascesa del contoterzismo. Non vanno poi dimenticate le prospettive di lavoro offerte dalla multifunzionalità, per l’esercizio della quale occorre anche avere una differenziazione del parco macchine a cui l’impresa agromeccanica può rispondere meglio di altri prestatori.
Ben venga quindi un contoterzismo unito ben organizzato ed efficiente, capace di dare competitività alla nostra agricoltura.

Seventy years of organizational and operational development of farm contracting
Even if the early forms of agro-mechanical services date back to the second half of the 19th century, the Associazione dei Controterzisti,  was founded only after the Second World War. In fact, the Unione nazionale trebbiatori e motoaratori, later becoming Unima (Unione nazionale imprese di meccanizzazione agricola) was founded in 1947. The passage from threshing to increasingly more developed combine harvesters has allowed both a reduction in grain loss and significant savings in labor costs. The development of tractors and operating machines with ever greater working capacity has increasingly helped the spread of farm contracting. There is undoubtedly a link between the growth of farm contracting and the development of mechanization. In any case, the need for agriculture to be carried out with sustainable growing and husbandry systems via the use of conservation farming practices and precision agriculture and zootechny requires investments in innovative technologies and machinery that most of our farms cannot afford. Farm size is a significant constraint to the implementation of modern mechanization and to being competitive on the global market. Unfortunately, Italy is penalized by excessive farm fragmentation, with almost 60% of the farms being under four hectares in size.