Le “Mosche Bianche” degli agrumi in Italia

di Santi Longo
  • 27 April 2016
Fino agli anni’70, molti agrumicoltori usavano il binomio “mosche bianche” per indicare cose o animali rari ed eccezionali, senza alcun riferimento ai quasi sconosciuti Aleirodi; la polifaga e rara Bemisia hancocki, presente da tempi remoti, non superava la soglia di attenzione degli agrumicoltori al pari del Trialeurode delle serre, Trialeurodes vaporariorum, sporadicamente presente negli agrumeti. Alla fine del suddetto decennio e per tutto quello successivo, in Italia si sono verificate gravi infestazioni dell’asiatico Dialeurodes citri, che era stato segnalato alla metà degli anni ‘50 ed era già diffuso, in bassa densità di popolazione, in tutte le aree agrumicole italiane. L’introduzione e la diffusione dell’esotico Imenottero parassitoide Encarsia lahorensis, che si è acclimatato nell’arco di un quinquennio, ha fatto praticamente sparire le infestazioni del pernicioso Dialeurode. Negli anni ’80 è stato introdotto, probabilmente dalla Costa Azzurra, l’Aleirode fioccoso, Aleurothrixus floccosus, di origine neotropica, le cui massicce infestazioni sono state ridimensionate dal parassitoide Cales noaki, capillarmente diffuso negli agrumeti, anche da numerosi agrumicoltori, non sempre in maniera ortodossa. Dopo un ventennio di apparente scomparsa, nell’ultimo triennio l’Aleirode fioccoso, favorito dalle estati calde e asciutte, nonché dalle miti temperature invernali, ha trovato quelle condizioni ottimali di sviluppo, che ostacolano l’attività del Cales e degli altri entomofagi, quali l’esotico ed efficace Amitus spiniferus. Ai primi anni ’90 risale la massiccia comparsa della Parabemisia, Parabemisia myricae, che, dopo l’introduzione di Eretmocerus debacki è praticamente scomparsa, grazie anche all’attività di parassitoidi dei generi Encarsia ed Eretmocerus, nonché di varie specie di Acari Fitoseidi predatori, di Rincoti Eterotteri del genere Anthocoris, di Neurotteri dei generi Sympherobius, Crysoperla, Semidalis e Conwentzia, dei Coleotteri Synharmonia conglobata, Clitostethus arcuatus e Chilocorus bipustulatus, nonché di Ditteri Sirfidi; molti di tali entomofagi vivono anche a spese degli altri Aleirodi citrofili, contribuendo al loro controllo biologico. Più recente è la segnalazione dell’asiatico Aleirode nero, Aleurocanthus spiniferus, le cui pullulazioni sono finora rimaste localizzate in alcuni agrumeti pugliesi. In fase di espansione sono le infestazioni del polifago Paraleirode, Paraleyrodes minei che, a differenza delle altre specie che sviluppano sulle tenere foglie dei flussi vegetativi primaverile ed estivo-autunnale, ovidepone, nel corso dell’intero anno, su foglie indurite. 
Per il razionale controllo degli Aleirodi citrofili, e in particolare del pernicioso A. floccosus, senza depauperare la ricca schiera di entomofagi, occorre verificare la presenza di adulti e di stadi giovanili su un centinaio di foglie della vegetazione primaverile per ettaro. Esaurita la fioritura, se l’infestazione supera il 10%, bisogna effettuare un trattamento con oli minerali paraffinici, all’1%. In relazione all’andamento climatico, dopo il flusso vegetativo estivo-autunnale, occorre verificare la diffusione dell’Aleirode e, in presenza di sue elevate densità di popolazione e di esigua presenza di limitatori naturali, è opportuno irrorare la chioma con acqua e tensioattivi per rimuovere la melata, che le forme giovani trattengono sulla depressione vasiforme; tale escreto zuccherino imbratta i numerosi filamenti cerosi secreti dalle neanidi, formando con essi un ammasso compatto che costituisce un feltro continuo sulla pagina inferiore delle foglie, ed essendo scarsamente permeabile agli insetticidi, ne riduce l’efficacia. Successivamente si potrà effettuare un trattamento con oli minerali paraffinici all’1% e quindi potenziare la coorte degli entomofagi già presenti negli agrumeti. 

Fig.1 Adulti di Dialeurodes citri 
        
Fig.2. Stadi giovanili di Paraleyrodes minei e di Aleurothrixus floccosus