Insetti produttori di melata e insetti utili

di Santi Longo
  • 09 July 2014
Una fonte alimentare per molti insetti utili nonché, importante materia prima per la produzione di miele, è rappresentata da una sostanza ricca di zuccheri nota come melata. Molte piante, in particolari condizioni climatiche, possono produrre melata fisiologica; ma ben più abbondante è quella che deriva dall’attività trofica e di escrezione di numerose specie di insetti fitomizi, dotate sia di apparati boccali atti a pungere i tessuti vegetali e a succhiarne gli umori, sia di strutture intestinali che collegano il primo (stomodeo) e l’ultimo (proctodeo) tratto del tubo digerente. La quantità di melata prodotta è molto variabile in rapporto alla specie di fitomizo e alla sua densità di popolazione. Su tale substrato zuccherino si insediano diverse specie fungine saprofitarie (Capnodium spp., Alternaria spp., ecc) che, sulla pianta, formano una patina nerastra (fumaggine) e le cui spore sono presenti nel sedimento dei mieli di melata. 
Nella stragrande maggioranza degli Afidi e di altri insetti fitomizi, fra i quali la Metcalfa, la linfa succhiata con l’apparato boccale, percorre tutto il tubo digerente nel quale gran parte degli zuccheri vengono assorbiti e modificati. In altri insetti fitomizi, sempre dell’ordine dei Rincoti, una porzione anteriore e una posteriore dell’intestino medio (mesentero) sono in stretto contatto tra loro. Questa struttura, detta “camera filtrante”, ben sviluppata in molte specie di Psille, Aleirodi, e Cocciniglie che si nutrono di liquidi floematici, permette il passaggio rapido e diretto dell’acqua in eccesso, nonché di molecole relativamente piccole, quali gli zuccheri semplici, dall’intestino anteriore a quello posteriore “bypassando” così la maggior parte del tratto assorbente del mesentero. Alcune specie di Psillidi producono abbondante melata a elevata concentrazione zuccherina; quella escreta dalle psille del fico Homotoma ficus e H. viridis viene prelevata da varie specie di insetti glicifagi comprese le api mellifere, al pari di quella prodotta dalla psilla dell’albero di Giuda (Cacopsilla pulchella). Scarsamente visitati dalle api sono gli olivi infestati dalla psilla Euphyllura olivina o gli eucalipti attacati da Glycaspis brimblecombei i cui stadi giovanili si ricoprono di caratteristici follicoli di colore bianco, costituiti da cera e melata cristallizzata.
Negli Aleirodi, e in molte Cocciniglie, la linfa, che viene filtrata in apposite “camere” e dall’esofago, viene avviata direttamente nell’intestino posteriore, evitando così che una parte di essa attraversi l’intestino medio, nel quale vengono trattenute e digerite le grandi molecole proteiche. 
I mieli di melata, dal caratteristico colore scuro (fino al nero), apprezzati soprattutto in Nord Europa, sono dotati di un debole potere dolcificante, di sapore deciso a lungo persistente sul palato. Lo spettro zuccherino è caratterizzato da un basso contenuto in monosaccaridi (fruttosio e glucosio) e da un’elevata presenza di di- e tri-saccaridi. I trattamenti insetticidi effettuati contro le specie produttrici di melata, che infestano piante ornamentali o di interesse agrario, oltre a causare gravi apicidi come è recentemente successo in agrumeti siciliani per i trattamenti effettuati contro la cocciniglia Protopulvinaria pyriformis, eliminano un gran numero di minuscoli adulti di parassitoidi utili per la lotta biologica naturale. Dal punto di vista ecologico i fitomizi sono una importante componente delle biocenosi in quanto produttori di sostanze zuccherine necessarie per la sopravvivenza di molti entomofagi parassitoidi di insetti nocivi e per l’apicoltura ed è pertanto necessario tener conto di tale ruolo per salvaguardare e valorizzare la loro presenza negli ecosistemi.


Foto di apertura: Melata cristallizzata prodotta da Icerya purchasi 

Foto 2: Melata prodotta da Aleurtryxux floccosus con formiche invischiate