Orticoltura urbana e qualità delle città

Si è tenuto il 7 giugno u.s. nella suggestiva cornice della Sala Cinese del Palazzo Reale di Portici (Napoli) il convegno “Orticoltura urbana e qualità delle città”. Il convegno è stato dedicato alle diverse forme di orticoltura urbana e alle nuove geometrie del verde in città. Valore aggiunto dell’incontro la presenza esclusiva di relatrici, selezionate nel mondo accademico e della ricerca nazionale per le loro competenze.

di Stefania De Pascale e Daniela Romano
  • 19 June 2013
L’orticoltura urbana è esercitata all’interno delle città e nelle aree periferiche e consiste nell’allevamento di piante principalmente (se non esclusivamente) da orto e da frutto e di piante aromatiche, da fiore, da vivaio e ornamentali, alimentando anche attività economiche correlate come la loro vendita o la loro prima trasformazione. Questa orticoltura, che tanto aveva impressionato Goethe nel suo viaggio in Italia e in particolare a Napoli per la sua varietà e per la soluzione “ecologica” che veniva già utilizzata a valle dell’impiego alimentare (…La campagna che circonda Napoli è tutta un immenso orto: è un piacere osservare l’incredibile quantità di verdura che viene portata in città tutti i giorni, e come l’industriosità umana riporti poi alla campagna i rifiuti della cucina, per concimare la vegetazione…), comprende oggi tutte le varie possibilità di utilizzare il suolo coltivabile rimasto nelle aree urbanizzate. Dagli orti al verde ornamentale, nelle loro varie realizzazioni, orizzontali e verticali. Ciascuna tipologia rappresenta un agro(eco)sistema con le sue specifiche peculiarità per la gestione e si avvale di sempre nuove conoscenze e tecnologie. L’orticoltura urbana è parte integrante del sistema ecologico ed economico urbano, e compete o, meglio, subisce la competizione con le altre funzioni urbane, essendo troppo spesso “vittima” delle politiche urbane e dei relativi piani. Ci si è dimenticati che l’orticoltura urbana svolge anche funzioni non strettamente “agricole” per gli abitanti delle città, migliorando la qualità della vita attraverso azioni sia di tipo “fisico” sull’ambiente e sul territorio urbano (regimazione delle acque, riduzione dell’effetto serra, riduzione del calore ecc.) sia di tipo “sociale” (es. attività ricreative, culturali ed educative integrandosi nel concetto generale di educazione all’ambiente). Si sono trascurati, infine, il rilievo paesaggistico, il ruolo dell’orticoltura urbana nella riprogettazione delle aree marginali e nella riqualificazione delle città post-industriali e gli inscindibili legami tra paesaggio e agricoltura, anche in ambito urbano. L’orticoltura urbana attraverso l’applicazione di soluzioni progettuali e gestionali innovative, può contribuire allo sviluppo sostenibile delle città promuovendo valori fondamentali quali salute personale e collettiva, socialità e salvaguardia del paesaggio. Numerose sono, tuttavia, le problematiche che la ricerca, soprattutto in campo agrario, è chiamata ancora ad affrontare e risolvere perché queste forme di orticoltura e più in generale di verde urbano possano rappresentare una soluzione efficace ed efficiente alle criticità dell’ambiente urbano e sicura per la salute umana.

Foto di apertura: Orticoltura periurbana a Catania

Foto 2: highline a New York un esempio di verde pensile

Foto 3: Caratteristiche dell’orticoltura tradizionale