L‘oro blu rende più precari gli equilibri internazionali

  • 12 June 2013
In occasione del Premio “Il Monito del Giardino”, a Firenze, sei tra i massimi esperti del pianeta hanno discusso su come risparmiare e accrescere l'accesso a questo bene primario la cui scarsità, nel 2030, interesserà il 47% della popolazione mondiale. 
La manifestazione ambientalista, che promuove un confronto di alto livello scientifico sulle principali emergenze del pianeta, ha scelto questo tema per l’edizione 2013 nella consapevolezza che, attorno ad un bene così indispensabile, continuano a scatenarsi guerre, per la sua mancanza ogni anno muoiono oltre 3 milioni di persone e un terzo delle risorse idriche complessive sono consumate solamente da India, Cina e Stati Uniti d’America.
“Ben 276 bacini e 265 falde acquifere presenti sulla terra – ha spiegato l’israeliano Aaron Wolf, abile mediatore nelle più delicate vertenze internazionali legate all'oro blu, a cominciare dal conflitto arabo-israeliano e vincitore del primo premio - attraversano i confini politici di due o più Paesi. I bacini internazionali coprono il 45,3% della superficie terrestre, interessano circa il 40% della popolazione mondiale e incidono per circa l’80% della portata globale dei fiumi. Il 90% della popolazione mondiale vive in Paesi all’interno di bacini internazionali ma, mentre il rischio di controversie paralizzanti è particolarmente alto in queste aree, la storia dimostra che essa può anche catalizzare il dialogo e la cooperazione perfino tra popoli storicamente litigiosi’’. Purtroppo però, “secondo la maggior parte delle previsioni sui cambiamenti climatici, in futuro l’aumento della variabilità di acqua potrebbe alterare gli attuali equilibri idropolitici e compromettere la capacità degli Stati di onorare i loro impegni in materia’’.
Il forte aumento dei fenomeni estremi, ha sottolineato Pasquale Steduto (Vicedirettore della Divisione di acqua e terre della Fao), assieme all’incremento demografico accentueranno le condizioni negative delle zone aride e di quelle umide, rendendo più scarse le risorse naturali, mentre continueranno ad aumentare i fabbisogni primari dell’umanità, a cominciare dall’acqua. Per far fronte a questo processo sarà dunque necessario incrementare l’efficienza e la produttività del settore agricolo oltre a ottimizzare la raccolta delle acque. Ad esempio il volume delle acque di drenaggio ri-utilizzato in agricoltura è stimato in 4.000-4.500 milioni di metri cubi l’anno, ma potrebbe tranquillamente raddoppiare.
La necessità di un nuovo approccio al problema che veda lavorare assieme studiosi, ecologisti, tecnici per elaborare soluzioni condivise sempre più urgenti, visti anche i recenti disastri ambientali in Europa, è stato sottolineato da tutti i ‘maestri d’acqua’ premiati.

Fonte: Ente Cassa di Risparmio di Firenze (www.ilmonitodelgiardino.it)