Aree interne e rapporti campagna-città

di Daniela Toccaceli
  • 29 May 2013
Le politiche strutturali – in particolare le politiche di sviluppo rurale, per la pesca e di coesione - per il prossimo periodo di programmazione dovranno essere iscritte sotto l’unico denominatore normativo di un Quadro Strategico Comune e nell’unica cornice di un Accordo di Partenariato che racchiude le visioni strategiche e le azioni concordate dai molteplici attori nazionali, e ne fa oggetto di impegno contrattuale con la Commissione. Un’architettura complessa e assai più cogente che in passato che inaugura un’epoca in cui le imprese agricole dovranno confrontarsi con le politiche europee superando il limite settoriale.
L’approccio territoriale si fa strada cercando di rispondere ai problemi emergenti con nuovi strumenti di analisi e di intervento. Affrontare i problemi strutturali da un punto di vista territoriale, infatti, ci pone di fronte a questioni fluide, perché l’azione dell’uomo sull’ambiente è incessante, i confini delle città sono mobili e le aree rurali mutano i loro caratteri economici e sociali in modo rapido e continuo: da qui l’esigenza di elaborare nuovi strumenti concettuali per definire i fenomeni e le conseguenti strategie.
Su iniziativa del Ministero per la Coesione territoriale è stato realizzato un importante sforzo scientifico per definire le aree interne in una visione complessa e multidisciplinare, che accosti agli approcci socio-economici anche la dimensione fisica del territorio che in molte aree della penisola sta mostrando tutta la sua fragilità. L’agricoltura è, ovviamente, al centro di tale riflessione, ma incastonata in un quadro analitico, strategico e operativo assai più ampio, con il quale le imprese dovranno imparare a confrontarsi in futuro.
Il progetto “Aree Interne” è coordinato da Sabrina Lucatelli che ne ha riferito nella Giornata di Studiopresso l’Accademia dei Georgofili,  promossa dal Laboratorio GAIA, il 6 maggio scorso (http://www.georgofili.it/detail.asp?IDN=1281&IDSezione=4).
Una seconda direttrice delle politiche territoriali che interessano direttamente l’agricoltura emerge da una sollecitazione del Parlamento Europeo alla Commissione che, negli ultimi anni, ha sviluppato insieme all’OCSE l’azione pilota RURBAN per chiarire il quadro concettuale e operativo in cui collocare i dinamici e conflittuali rapporti tra città e campagna che si manifestano nei differenti contesti. Nel panorama nazionale, su questo tema si è mossa la Regione Lombardia che dal 2009 ha adottato uno strumento tutto italiano: i distretti agricoli. Nell’area urbana e metropolitana milanese quattro distretti rurali stanno concretamente operando per trovare soluzioni di cooperazione territoriale e di governance che consentano alle imprese agricole di continuare a operare e di affermare il proprio ruolo nel dirompente tessuto di una città che si espande senza sosta. Tale esperienza - proiettata a evolvere anche rispetto all’EXPO 2015 che metterà Milano e l’agricoltura al centro dell’attenzione internazionale - costituisce un laboratorio di formule innovative per integrare proficuamente politiche nazionali ed europee e continuerà a essere oggetto di ricerca da parte del Laboratorio Sulla duplice linea delle nuove politiche territoriali si vanno aprendo per l’agricoltura nuove sfide e nuove opportunità ancora da scoprire.