La Brexit influenza l’export di cibo Made in Italy

  • 03 April 2019
La paura della Brexit stimola le esportazioni di prodotti alimentari Made in Italy in Gran Bretagna, dove sta avvenendo una vera e propria corsa agli acquisti per fare scorte di cibo e bevande italiane per il timore dell’arrivo di dazi e ostacoli amministrativi con lo scadere del termine del 29 marzo.
Dati Istat sul commercio estero fanno registrare un balzo record per l’alimentare tricolore che raggiunge i 243 milioni di euro solo nel mese di gennaio 2019.
Per i Paesi non membri dell’UE la quota di esportazioni verso il Regno Unito aumenterebbe infatti dall’attuale 56 al 92%; mentre per i beni in arrivo dall’Unione Europea, che attualmente sono tutti esenti da dazi, con il nuovo regime entrerebbe liberamente in Gran Bretagna solo l’82% dei prodotti. Senza accordo, un problema riguarda anche la tutela giuridica dei marchi con le esportazioni italiane di prodotti a indicazione geografica e di qualità (Dop/Igp), come il Grana ed il Parmigiano Reggiano, che incidono per circa il 30% sul totale dell’export agroalimentare Made in Italy e che senza protezione europea rischiano di subire la concorrenza sleale dei prodotti di imitazione da paesi extracomunitari.
Con l’uscita dall’Unione Europea si afferma in Gran Bretagna una legislazione sfavorevole alle esportazioni agroalimentari italiane. Un esempio è l’etichetta nutrizionale a semaforo sugli alimenti che si sta diffondendo in gran parte dei supermercati inglesi e che boccia ingiustamente quasi l’85% del Made in Italy a denominazione di origine (Dop).


Comunicato Stampa Coldiretti, 19/3/2019