Come dare una mano a chi sta in prigione ed aiutare l’ambiente

  • 24 November 2010
Nell'impegno per limitare lo spreco di materiale plastico proveniente da striscioni e poster, la FAO ha avviato un'iniziativa a fianco delle detenute del carcere di Rebibbia, a Roma.
Mega poster, vecchi striscioni, cartelloni usati, sono stati messi a disposizione del carcere femminile di Rebibbia e trasformati dalle detenute in borse originali nel design, ognuna diversa dall'altra, che non sfigurerebbero nelle boutique del centro.  
L'idea è venuta ad un dipendente della FAO, Sergio Ferraro.  "Era da un po' che pensavo a quanta plastica viene usata e poi buttata via", dice Ferraro.  "E mi sembrava importante pensare a come riciclarla nell'impegno che la FAO ha preso per essere più "verde" anche al suo interno".
La risposta a come riutilizzare la plastica in disuso l'ha offerta Ora d'Aria, un'associazione Onlus di volontariato impegnata nel sociale, che lavora per offrire opportunità a tutti coloro che vivono in situazioni di isolamento e segregazione, in particolare nelle carceri.
Le detenute guidate da un volontario di Ora d'Aria si sono messe al lavoro.  Hanno tagliato la plastica, cucito il materiale, e confezionato 11 modelli diversi.  In meno di due mesi sono state già realizzate oltre 400 borse che al momento sono vendute presso il carcere, ma che in futuro, se il progetto si espanderà, potrebbero trovare uno sbocco anche fuori.

Per coloro che sono interessati all'acquisto delle borse vi è un punto vendita aperto martedì-mercoledì-giovedì dalle 15,00 alle 19,00 ed il 4 dicembre "vendita di natale" dalle 16,00 alle 20,00 in Via Galilei, 57 Roma (vicino Metro A Manzoni).

Per maggiori informazioni:
Ufficio Stampa FAO ( 39) 06 57053625